Sono tanti i motivi per aprire un eCommerce: il settore delle vendite online è in fortissima crescita, con un giro d’affari che solo in Italia ha superato i 50 miliardi di euro.
Sempre più persone acquistano online: ad espandersi non è solo il target (non sono più soltanto i giovani i protagonisti dell’e-shopping), ma anche l’offerta. Oggi i prodotti che non si possano acquistare su internet si contano sulle dita di una mano. Il catalogo delle vendite online spazia da nicchie tradizionali come l’abbigliamento e l’elettronica di consumo, a prodotti alimentari, farmaci e molto altro ancora.
Uno straordinario boom ha coinvolto anche i prodotti e i servizi non fisici: internet è diventata la vetrina perfetta per offrire consulenze, corsi, ebook e qualsiasi tipo di materiale digitale.
Continua a leggere per scoprire cosa serve per aprire un eCommerce, i costi e gli iter burocratici da seguire per essere sin da subito in regale. Se vuoi apprendere il sistema migliore del momento per iniziare a guadagnare da subito con la vendita di prodotti digitali, ho realizzato per te un corso totalmente gratuito.
Individua la nicchia di mercato e i prodotti
L’apertura di un nuovo ecommerce deve essere sempre preceduta da una fase di analisi, indispensabile per decidere il target a cui rivolgersi e la nicchia di mercato in cui provare a inserirsi.
Aprire un sito ecommerce senza prima valutare i trend in ascesa e quelli in declino, il tipo di concorrenza e i margini di crescita e profitto è un buon modo per sprecare tempo ed energia.
Per fortuna, oggi non mancano gli strumenti (molti dei quali anche gratuiti) per analizzare facilmente il mercato e individuare le categorie e i prodotti che offrono le migliori prospettive in termini di guadagno e di opportunità di successo.
Fino a pochi anni fa gran parte del commercio online si sviluppava all’interno di pochi segmenti: settori come quelli legati all’elettronica di consumo e all’abbigliamento facevano segnare il numero di vendite più elevato.
Con il trascorrere del tempo il pubblico, ha preso sempre più familiarità con l’eshopping, arrivando al punto da poter vendere facilmente su internet qualsiasi tipo di prodotto, sia fisico che digitale.
Alcuni dei più grandi ecommerce del momento non semplicemente la versione online di negozi fisici, ma portali in grado di offrire abbonamenti, servizi e qualsiasi tipo di contenuto che possa essere monetizzato (corsi, ebook, giochi, musica, immagini).
È un errore ignorare queste categorie di prodotti, perché sono spesso quelle che offrono i profitti maggiori e la gestione logistica più semplice. Non a caso l’infomarketing è una realtà in costante ascesa.
Cosa vendere aprendo un eCommerce
Aprire un ecommerce va quindi di pari passo con il capire cosa vendere. Un’analisi di mercato dettagliata non può essere certo fatta così su due piedi, ma è possibile accedere facilmente a delle indicazioni su quelli che sono i principali trend del momento.
I dati parlano chiaro: tutti i settori legati ai concetti di “green” e di “ecosostenibilità” sono protagonisti di una crescita notevole. Può essere quindi una buona mossa integrare prodotti di questo tipo all’interno del proprio ecommerce: dispositivi legati alla mobilità elettrica, ad esempio, ma anche oggetti ed accessori che pongano attenzione verso le materie prime e i sistemi di produzione utilizzati, o addirittura abbigliamento vintage e/o a impatto zero.
In ascesa sono anche il mondo della cosmetica e del benessere personale, così come una crescita importante ha coinvolto tutti i settori legati al fitness, dagli accessi per palestra all’ampio mercato degli integratori e del fit food.
Impossibile poi non citare il boom di cui sono stati protagonisti i prodotti digitali. Negli ultimi anni l’interesse del pubblico verso contenuti come corsi ed ebook è letteralmente esploso: sempre più persone decidono di investire in formazione e crescita personale, trovando negli infoprodotti la soluzione migliore in termini di efficacia, costi e flessibilità.
Grazie al mio corso gratuito potrai apprendere facilmente come generare un’entrata extra con i prodotti digitali, piegando a tuo vantaggio le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale.
La scelta del modello di business
Una volta scelti il target e i prodotti, è necessario operare una seconda scelta prima di aprire un sito di ecommerce, ed è quella che riguarda il modello di business.
Gli ecommerce, infatti, non sono tutti uguali: ognuno di essi adotta un modello di business (o anche più di uno, nel caso di ecommerce ibridi), ovvero un particolare sistema di vendita.
I business model più adottati sono quattro: B2C, B2B, C2C e C2B. Lo so, queste sigle potrebbero spaventarti, ma in realtà la loro spiegazione è estremamente semplice.
Il modello B2C, Business To Consumer, è quello attualmente più diffuso. Riguarda la vendita di prodotti e servizi da parte di un’azienda a semplici acquirenti (in genere, singoli privati). Gran parte dei negozi online funziona in questo modo: l’azienda proprietaria del portale offre i propri prodotti ai consumatori che visitano il sito e che possono effettuare uno o più acquisti.
Il modello B2B, Business To Business, è per la vendita da un’azienda ad un’altra azienda. La prima opera come fornitrice della seconda, permettendole di acquistare prodotti fisici o digitali, ma anche supporto e/o consulenza.
Il modello C2C, Consumer To Consumer, riguarda principalmente il mondo dell’usato, ma non solo. La vendita avviene tra due consumatori, con l’ecommerce che funge da mediatore nella transazione. Funzionano con questo modello i portali per la vendita di prodotti usati e di aste online, ma anche quelli che fanno da vetrina per artigiani (come Etsy) o freelancer (Fiverr). Il guadagno di questi ecommerce è principalmente legato alle commissioni sulle vendite, o a particolari abbonamenti e sistemi di promozione degli annunci.
Infine, il modello C2B, Consumer To Business, mette in contatto privati e aziende. Tra i quattro è sicuramente il meno diffuso, ed è quasi sempre limitato alla vendita di piccoli servizi, quali possono essere quelli che un fotografo o un videomaker propone ad un’azienda.
Vedi anche la guida agli eCommerce passivi.
La scelta della piattaforma eCommerce
Superate le operazioni preliminari, per addentrarsi nel vivo dell’apertura di un eCommerce è indispensabile scegliere la giusta piattaforma che ospiterà lo store.
Questa fase è molto delicata, e al tempo stesso anche piuttosto ostica, soprattutto per i principianti. C’è un’ampia offerta di piattaforme per eCommerce, e molte sembrano somigliarsi tra loro, rendendo difficile capire qual è la soluzione che fa al proprio caso.
Il modo migliore di procedere è valutare i singoli aspetti di ogni piattaforma, controllando che essi siano compatibili con le proprie richieste e aspettative. I principali parametri da monitorare sono quattro: prezzi, feature, flessibilità e assistenza.
Prezzi
Per quanto riguarda la voce prezzi, è giusto indirizzare la propria scelta anche in base al budget a disposizione. Alcune piattaforme sono più costose di altre, ma non è detto siano migliori, o, banalmente, non è detto offrano servizi aggiuntivi che possono effettivamente interessarci.
La valutazione dei costi deve riguardare sia quelli diretti (ovvero le tariffe vere e proprie), quanto quelli indiretti: molte piattaforme, infatti, offrono abbonamenti che, oltre ad un prezzo fisso, prevedono anche delle commissioni su ogni vendita effettuata.
Feature
Ogni piattaforma mette a disposizione dell’utente una serie di funzioni, o feature, che gli permettono di creare e personalizzare al meglio il proprio eCommerce.
Impossibile fare un elenco completo, ma è bene soffermarsi su quelle che sono le più utili e utilizzate. Una buona piattaforma deve, ad esempio, offrire la compatibilità con un gran numero di sistemi di pagamento: PayPal e carte di credito, ma anche servizi di terze parti che possono essere integrati sul portale.
Contestualmente, è bene sia dotata anche di avanzati sistemi di sicurezza: un eCommerce gestisce una gran mole di dati sensibili, sia di contatto che di pagamento degli utenti, ed eventuali falle potrebbero avere esiti disastrosi.
La compatibilità con i principali marketplace, infine, è una caratteristica che permette di aggiornare facilmente il proprio catalogo, e di offrire agli utenti un’ampia e aggiornata selezione di prodotti.
Flessibilità
Gli eCommerce sono business estremamente scalabili, che in poco tempo possono essere protagonisti di una grande crescita.
È consigliato, quindi, optare per piattaforme che offrano una flessibilità tale da adattarsi senza problemi agli sviluppi del portale. Questo significa poter passare facilmente da un piano di abbonamento ad un altro, per venire incontro alle nuove esigenze dell’eCommerce: aumento del traffico mensile, ampliamento del catalogo, diversificazione dei servizi offerti, e molto altro ancora.
Assistenza
Prima o poi chi gestisce un eCommerce si trova a richiedere il supporto dell’assistenza della piattaforma che ospita il suo portale.
Alcune offrono un servizio di supporto impeccabile, attivo 24 ore su 24 anche nei festivi, e con la possibilità di ricevere assistenza direttamente nella propria lingua madre (nel nostro caso, l’italiano). Altre piattaforme, invece, potrebbero essere più difficili da raggiungere in caso si abbia bisogno di supporto.
Anche la presenza di un’ampia e disponibile community gioca a favore di alcune piattaforme: spesso i propri problemi possono essere risolti semplicemente con un confronto all’interno del forum, dove migliaia di utenti si rendono disponibili a chiarire dubbi e trovare soluzioni.
Le migliori piattaforme per negozi online
Tenendo in considerazione le caratteristiche che abbiamo appena visto, è possibile prendere in considerazione tre piattaforme per eCommerce che al momento si distinguono dalla concorrenza: WooCommerce, Shopify e PrestaShop.
Per approfondire, vedi anche: migliori piattaforme eCommerce.
WooCommerce
WooCommerce è una soluzione estremamente popolare: parte del suo successo è certamente dovuto alla sua incredibile capacità di adattarsi facilmente a qualsiasi sito realizzato con WordPress.
Si rivela quindi la soluzione ideale anche per chi ha già un sito, magari un blog, e intende integrare al suo interno una sezione dedicata alla vendita di prodotti e servizi.
WooCommerce si presenta come un semplice plugin, ricco di funzioni, che permette infinite possibilità di personalizzazioni grazie alla presenza di tantissimi plugin aggiuntivi, sia gratis che a pagamento.
Un eCommerce realizzato con questa piattaforma può accettare potenzialmente qualsiasi sistema di pagamento esistente, e aggiungere al proprio catalogo prodotti di ogni tipo e provenienza.
Il servizio di assistenza e ottimo, e la community è gigantesca. Questi due aspetti fanno in modo che le risorse disponibili siano tantissime, un aiuto non da poco soprattutto per i principianti.
D’altro canto l’enorme quantità di feature e di opzioni disponibili potrebbe essere spaesante per chi è alle prime armi.
Shopify
Sempre più popolare diventa anche Shopify, una piattaforma che nasce con l’intento di semplificare al massimo il processo di creazione di un eCommerce, aprendo le porte di questo settore a tutti, anche a chi non ha alcuna competenza tecnica.
Quello che è il suo punto di forza, però, è anche il suo principale svantaggio. Shopify mette a disposizione dell’utente tantissimo materiale pronto all’uso: template, plugin e app adatte ad ogni modello di vendita, e configurabili in pochi click con un sistema estremamente user firendly.
Di contro, si tratta di materiale “chiuso”, e quindi personalizzabile solo nei limiti imposti dalla piattaforma. Questo modello è inadatto per chi cerca un sistema flessibile e modificabile in ogni suo aspetto, per raggiungere un elevato grado di personalizzazione.
Da segnalare, inoltre, anche i costi più elevati rispetto alla concorrenza. Shopify è quindi una soluzione valida per chi parte da 0 e vuole mettere in piedi un eCommerce velocemente e senza troppi grattacapi, anche a costo di pagare un abbonamento più caro; lo è meno per chi cerca una soluzione personalizzabile e flessibile.
PrestaShop
Gli utenti più esperti ed esigenti possono trovare in PrestaShop la loro piattaforma ideale. In questo caso la logica è diametralmente opposta a quella di Shopify.
PrestaShop è una piattaforma open-source con bassissimi costi di gestione, estremamente flessibile e in grado di adattarsi a qualsiasi necessità di personalizzazione dell’utente.
Inoltre, aspetto da non sottovalutare, gli eCommerce realizzati con PrestaShop sono molto performanti in chiave SEO, e possono essere posizionati più facilmente sui motori di ricerca.
Rispetto ad altre piattaforme ha un grado di difficoltà di utilizzo leggermente più elevato, e anche il servizio di assistenza non è impeccabile come quello di altri servizi simili.
Strategia di marketing per siti eCommerce
Ciò che distingue un eCommerce di successo da uno destinato al fallimento è la strategia di marketing adottata.
Creare uno store online è solo uno dei passaggi necessari a vendere su internet. Anche il miglior eCommerce può avere scarsissimi profitti se non riesce a catturare l’attenzione degli utenti e a generare traffico di alta qualità.
Per farlo, è necessario adottare alcune strategie che permettono allo store di diventare popolare e conquistare la fiducia del pubblico.
Quelle più comuni riguardano il posizionamento sui motori di ricerca, grazie all’ottimizzazione SEO, e l’advertising sui social, usando gli strumenti promozionali offerti da piattaforme come Google ADS, Facebook, Instagram e YouTube.
Da non sottovalutare è lo sviluppo di una campagna di email marketing, lo strumento pubblicitario che, stando alle statistiche, offre il ritorno sull’investimento (ROI) più elevato.
L’email marketing, così come altri sistemi di personalizzazione dell’esperienza utente, può essere gestito facilmente grazie alle automazioni, degli algoritmi che permettono di creare dei sistemi di gestione dell’eCommerce completamente autonomi.
Non a caso si sente sempre più spesso parlare di Automatic eCommerce, ovvero di negozi online che riescono a funzionare senza che sia necessario l’intervento di uno o più operatori umani.
Questo tipo di eCommerce permette di massimizzare i profitti, riducendo le spese di gestione e aumentando le vendite, e di offrire al cliente servizi esclusivi come l’assistenza h24.
Iter burocratico in Italia
La procedura di apertura di un ecommerce in Italia è senza dubbio più semplice rispetto a quella necessaria per un negozio fisico.
È comunque necessario seguire con precisione un iter burocratico per essere in regola sin da subito e di evitare piccoli e grandi problemi che potrebbero sorgere anche a distanza di tempo.
Partiamo col chiarire un dubbio: molti chiedono se sia possibile aprire un ecommerce senza partita IVA. La risposta breve è no: inutile aggrovigliarsi il cervello dietro ai limiti e ai cavilli della vendita occasionale (con il famoso limite dei 5000 euro annui), una modalità che in ogni caso non può adattarsi ad un sistema di vendita regolare e continuativo come quello di un ecommerce.
Del resto, è anche auspicabile superare in breve tempo un tetto di guadagno così basso: il problema, quindi, non si pone nemmero.
Tutto parte, quindi, dall’apertura della partita IVA e dall’individuazione del codice ATECO adatto: quasi sempre è consigliato il codice 47.91.10, adatto al “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”, e che quindi include sia i prodotti fisici che digitali.
L’apertura della partita IVA va accompagnata dalla presentazione del modello SCIA (segnalazione di inizio attività), dall’iscrizione al VIES (se si intende vendere sul mercato europeo), al Registro delle Imprese e alla Gestione Commercianti INPS (per il versamento dei contributi). Occorre, inoltre, comunicare all’Agenzia delle Entrate il sito web utilizzato dall’ecommerce e altri dati tecnici come il provider e le informazioni di contatto (PEC, numero di telefono, etc…).
Queste operazioni possono essere portate a termine in modo più semplice ricorrendo alla Comunicazione Unica d’Impresa, una pratica che integra al suo interno molti dei modelli richiesti.
A questi adempimenti previsti dalla legge italiana si sommano gli obblighi tecnici in materia di dati e privacy imposti dall’Unione Europea: Cookie Policy, Privacy Policy e Condizioni Generali di Vendita.
Quanto costa aprire un eCommerce
Non è facile fare una stima dei costi per aprire un eCommerce. Questi, infatti, sono dati dalla somma di una serie di voci che possono assumere valori molto diversi tra loro a seconda del tipo di eCommerce che si intende aprire.
Certamente sono da mettere in preventivo i costi burocratici legati all’apertura, ma si parla di cifre molto contenute. Anche considerando il supporto di uno specialista che assista durante l’iter, parliamo di una spesa iniziale nell’ordine delle centinaia di euro, o di poche migliaia per progetti più complessi che richiedono una struttura societaria vera e propria.
Ci sono da considerare anche i costi legati agli aspetti tecnici dell’eCommerce: creazione del portale; spese per domino, hosting e sicurezza; acquisto di licenze per software o contenuti multimediali (immagini, suoni, font, etc…).
Non vanno poi trascurate le spese da affrontare per il marketing. Qualsiasi sia la strategia seguita, è bene destinare sin da subito parte delle risorse per aspetti come il posizionamento sui motori di ricerca, l’ottimizzazione SEO dei contenuti, le campagne pubblicitarie e il brand advertising.
Ognuna di queste voci può incidere sul bilancio in modo differente, anche a seconda delle competenze che si possiedono già (e che permettono, talvolta, di “fare da sé” evitando ulteriori spese).
In linea di massima, la creazione di un eCommerce tradizionali di medie dimensioni può costare sui 10.000 euro, una cifra non elevatissima, ma comunque considerevole.
Esistono però dei sistemi per iniziare a vendere sin da subito con un investimento molto più basso, quasi pari a 0. Questo è possibile grazie alla vendita di prodotti digitali e alle automazioni: puoi scoprire di più accedendo al mio corso gratuito.
Conclusione: sintesi di cosa serve per aprire un eCommerce
Aprire un eCommerce non è difficile, ma occorre avere ben chiari sin da subito il modello di business da adottare e gli obiettivi a medio e lungo termine.
L’iter burocratico per l’apertura di un negozio online richiede una spesa minima in termini di tempo e denaro, e anche l’apertura vera e propria dell’eCommerce, grazie alle tante piattaforme ora utilizzabili, può essere completata velocemente anche se non si è in possesso di particolari conoscenze tecniche o informatiche.
Più attenzione meritano la fase di analisi del mercato e di sviluppo di una strategia di marketing: questi due aspetti si rivelano di fondamentale importanza per la buona riuscita del proprio business.
Se vuoi scoprire come aprire un eCommerce di successo, che sin da subito ti permetta di guadagnare con un investimento minimo, dai un’occhiata al corso gratuito che ho realizzato. Spiega come utilizzare le automazioni e l’intelligenza artificiale per vendere facilmente prodotti digitali, entrando in un mercato in fortissima ascesa.
Domande frequenti su come aprire un eCommerce
I costi di apertura di un eCommerce dipendono dal tipo di portale che si intende creare. Mediamente possono essere necessari da 5000 ai 10.000 euro per avviare un eCommerce ben realizzato.
Per aprire un eCommerce è necessario provvedere sia all’aspetto tecnico (creazione e manutenzione del portale, gestione del catalogo e degli ordini), sia burocratico, portando a termine gli adempimenti richiesti dalla legge, gran parte dei quali inclusi nella Comunicazione Unica d’Impresa.
Non tutti gli eCommerce guadagnano allo stesso modo. Un portale ben avviato può, di norma, generare anche diverse decine di migliaia di euro al mese.
Il codice ATECO che meglio si adatta agli eCommerce è il 47.91.10, ovvero “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”.